Arancin*: la [foto]ricetta di TalìaLAB

Tradizionalmente si mangiano a Santa Lucia, il 13 dicembre, in onore della santa siracusana che, implorata in tempo di carestia, ‘fece arrivare’ nel porto di Palermo un bastimento carico di grano. Affamati e disperati da lungo tempo, i palermitani non molirono il grano per farne farina ma lo bollirono, per sfamarsi in minor tempo, aggiungendogli soltanto un filo d’olio, creando così la “cuccia”, una zuppa a base di chicchi di grano, miele e ricotta. Ma questa è un’altra storia e si dovrà raccontare un’altra volta.
Fatto sta che, in questo giorno, i panifici restano chiusi, pane e pasta sono banditi dalle tavole e si prediligono alimenti come legumi, verdure e riso.
Ecco dunque spiegata l’usanza di mangiare gli arancini -soprattutto- a Santa Lucia.
O le arancine? A quanto pare dipende da dove ti trovi.
Nella Sicilia occidentale sono femmine, dalla forma tondeggiante, (tipo un’arancia appunto); nella Sicilia orientale si mascolinizzano e prendono la forma di un cono ‘ammaccato’.

Quella che vi sto per presentare è la foto-ricetta che ho scoperto su TalìaLAB, lo studio foto&video di -tra gli altri- Chiara, palermitana, e Alessandro, catanese, persone squisite prima che bravissimi fotografi. Sebbene non ci conosciamo di persona, la stima che nutro nei loro confronti cresce di giorno in giorno, ad ogni loro post che leggo su Facebook, ad ogni fotografia pubblicata sul web; ed è proprio il web che ci ha fatto incontrare, così, per caso, su una community fotografica. La passione per l’arte fotografica è stato il nostro collante ma, col tempo e con grande sorpresa, ho intuito che anche la cucina ci univa. Sono belle queste cose, no?! Beh, io penso proprio di sì!

Ecco la ricetta (che ho chiesto spudoratamente!):

INGREDIENTI PER CIRCA 15 ARANCINI

Per il riso:
1 bustina di zafferano
700g di riso (va bene quello per sformati o timballi)
3 tuorli
100 gr Parmigiano grattugiato
30g di Burro
Sale q.b.

Per il ripieno:
600 gr di muscolo di manzo
3 cucchiai di olio di evo
Sale e pepe
1 spicchio d’aglio
1 cipolla media o tre cipollotti
1/2 bicchiere di vino
500 gr di passata di pomodoro
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
100 gr di pisellini (freschi o surgelati)
150 gr di provola

Per la panatura:

4 uova intere
Farina 00 q.b.
Acqua q.b.
Pangrattato q.b.

olio di semi q.b. (per friggere)

PROCEDIMENTO
Cominciare preparando il sugo di carne mettendo a soffriggere nell’olio la cipolla tritata finemente e l’aglio (da togliere a fine cottura). Una volta appassita aggiungere la carne precedentemente tagliata a tocchetti.
Far chiudere i pori della carne e dopo qualche minuto alzare la fiamma e sfumare col vino facendo attenzione a farlo evaporare per bene.
A questo punto aggiungere la passata di pomodoro e i pisellini, salare e pepare e far cuocere per due ore abbondanti avendo cura di mescolare di tanto in tanto il sugo e accertandosi che alla fine sia ben ristretto. Farlo raffreddare. Per questo motivo è consigliabile preparare il sugo parecchie ore prima o il giorno precedente.

Far cuocere il riso in una quantità d’acqua (salata) non abbondante per permettere all’amido contenuto nei chicchi di rimanere nell’acqua che verrà assorbita dal riso.
una volta cotto aggiungere al riso ancora caldo il burro e il parmigiano. A parte aggiungere ai tuorli lo zafferano, e una volta sciolto aggiungere tutto al riso. Mescolare bene e far raffreddare.
Anche il riso va preparato in anticipo per poter raffreddare a dovere.

Sfilacciare i pezzetti di carne del sugo e tagliare la provola a tocchetti.

Con le mani bagnate formare uno strato sottile di riso sul palmo della mano messa a conca, nell’incavo al centro formare mettere un cucchiaio di carne e due o tre dadini di provola, poi chiudere con un altro strato sottile di riso.
Appallottolare con le mani avendo cura di premere, ma non troppo forte, per compattare l’arancino.

Formare tutti gli rancini e una volta finito il riso passare alla panatura: preparare sul tavolo di lavoro una ciotola con le uova sbattute, una con la farina, una con il pangrattato e una con l’acqua. Passare gli arancini prima nella farina, poi nell’uovo e poi nel pangrattato.
Poggiare su un vassoio e finire di impanare il resto degli arancini.

Friggere gli arancini in una friggitrice o in un pentolino avendo cura che l’olio ricopra bene tutta la superficie dell’arancino.

Servire gli arancini caldi.

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Corri a conoscere anche tu TalìaLAB!
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Chiara, Alessandro… GRAZIE.

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