Non me ne vogliano umbri ed emiliani ma quel cotechino in dispensa era destinato ad una triste fine. Perché si sa, passate le feste natalizie, è davvero raro svegliarsi con il desiderio di mangiare cotechino a pranzo. E la data di scadenza non arriva, in genere, all’anno successivo.
Considerato che da quando ho lasciato Perugia non ho mai osato preparare la pasta alla norcina con la salsiccia locale (perché macinata più grossolanamente e molto meno speziata), ho azzardato questo ‘riciclo culinario’, pensando che il cotechino, a differenza della nostra salsiccia, è un macinato molto aromatico e dal sapore deciso che, tutto sommato, potrebbe ricordare quello della salsiccia umbra.
Velocissima quanto quella originale, il procedimento è davvero molto semplice:
ho cotto il cotechino secondo le istruzioni sulla confezione (in genere si fa bollire la confezione in sottovuoto in acqua abbondate per circa venti minuti);
ho ridotto in poltiglia il salsicciotto dopo averlo privato della sacca; ho soffritto mezzo aglio tritato e unito la carne e la panna.