Sì, è una pessima caratteristica che mi trascino da trent’anni: la procrastinazione.
Una cosa è certa però: in cucina, quando inizio… finisco pure (“finisco” nel senso che mangio anche, ci mancherebbe altro… e con tanto di bis, se necessario).
Non ricordo bene quando iniziai a sfruttare la cucina come anti-stress, lasciando da parte stracci, secchi e vaporizzatori: stanchezza e brutte reputazioni al cospetto dei miei coinquilini non possono certo essere paragonati all’appagamento che offre un bel piatto di spaghetti alla carbonara, eh! La cucina come anti-stress fa felici un po’ tutti insomma, famiglia e amici soprattutto.
Decido di aprire questo blog mentre collaudo il mio nuovo materasso in lattice con un sandwich molto lontano dall’essere definito ‘spuntino’ (come si mangia a letto, davanti ad un pellicolone e con il tepore giusto di un plaid sulle spalle, non si mangia da nessuna altra parte. Garantito!).
E già penso che qui non si potranno mai leggere post con quelle foto superfighe che potete trovare sui blog di cucina “seri”. E forse non saprò spiegare bene nemmeno la ricetta di quello che pasticcio (come dice mia madre “vao a uocchio”, mi regolo ad occhio… ma mi riprometto almeno di provare a darmi una regolata!).
Vi racconterò solo di smanie e manie tra pupille e papille. Che poi non è mica cosa da poco.