Piatto tradizionale della cucina italiana, è la Toscana a rivendicare le origini di questo piatto antichissimo. Il nome deriva dagli aromi utilizzati – aglio, rosmarino e alloro, condimenti che i cacciatori utilizza(va)no per insaporire la selvaggina.
La mia versione, prevede (stranamente!) la cipolla rossa al posto dell’aglio, ha in più le carote e non è né bianca né rossa: nel Lazio si preferisce cucinarlo senza pomodoro, mentre in Toscana è molto diffusa la ricetta con la passata di pomodoro… io uso qualche pomodorino e accontento tutti! Proprio perché utilizzo la cipolla, scelgo anche il prezzemolo al posto del rosmarino.
Sia chiaro che questa è la versione che preparo quando voglio accompagnare il coniglio con contorni che a me piace “pucciare”: polenta, riso, patate infatti, sono l’accompagnamento ideale per questo piatto molto umido e saporito. Per una cena un po’ più light che prevede come contorno, che so, broccoli bolliti o una classica insalata verde, scelgo la versione in bianco: soffriggo aglio, rosmarino e alloro, aggiungo il coniglio a pezzi, qualche oliva e lascio andare a fuoco basso fino a cottura.

